Cari bassisti,
oggi ci occuperemo della recensione del Rickenbacker 4003, un vero e proprio pezzo della storia della musica.
Serie 4000, dal 1957 al 1980
Da Paul McCartney a Roberta Sammarelli, il basso Rickenbacker è sempre stato una costante nella storia della musica. Riconoscibile a prima vista, questo particolare basso dalle forme asimmetriche ma armoniose ha subito diversi cambiamenti negli anni, che non hanno mai mutato l’inconfondibile timbro di cui esso è dotato e che piace tanto a tutti.
Tutto ebbe inizio nel 1957 con la nascita del Rickenbacker 4000, il primo basso
neck through nella storia. Dopo quasi 15 anni, la Rickenbacker presentò quella che era la versione deluxe del modello precedente: la serie 4001. Si passò così da un solo pickup a due, mantenendo l’originale pickup horseshoe ed aggiungendo un toaster coil al manico. Si passa dal singolo output ad uno doppio, mono e stereo, doppio truss rod con conseguente allargamento della tastiera e binding su corpo e manico. Cambiano anche i materiali stessi: l’acero lascia spazio al palissandro per quanto riguarda la tastiera, ma rimane ben presente nel corpo.
Col passare degli anni il modello 4001 subì svariati cambiamenti, ma nel 1980 la casa produttrice decise di metter mano al manico, riprogettando il truss rod, scelta azzeccatissima in quanto il truss rod del 4001 era molto difficile e pericoloso da regolare per i non esperti. Nasce così il Rickenbacker 4003, con un sistema a doppio truss rod con barre singole.
Le caratteristiche del Rickenbacker 4003
Com’è facilmente intuibile, il modello 4003 non è da considerarsi un vero e proprio “nuovo modello”. La differenza tra il 4003 e il 4001 sta unicamente nel manico, molto più massiccio e funzionale.
Viene mantenuto il design accattivante, design che tuttora riesce con facilità ad attirare le attenzioni di musicisti e collezionisti. Anche questo modello subisce delle modifiche negli anni, ma si tratta solo di alcuni dettagli come ad esempio il tipo di battipenna.
Prendendo in considerazione il modello più recente, ricapitoliamo le caratteristiche principali: solido through body in acero e manico in noce (o acero) con tastiera in palissandro, meccaniche Schaller Deluxe, output doppio mono e stereo, 2 pickups single coil high output di cui un horseshoe, marcatori dei tasti triangolari.
Si tratta di un basso per nulla leggero, solido e dal sound aggressivo e caratteristico. La copertura del pickup al ponte potrebbe dare fastidio, ma si può facilmente smontare per agevolare il movimento delle dita e della pennata. I controlli elettronici sono altamente intuitivi, abbiamo infatti 4 manopole che permettono di gestire i controlli di ogni singolo pickup e uno switch che permette di selezionare il pickup.
Per chi preferisce suonare con il plettro, è consigliabile montare sul basso un tipo di corde roundwound e non flatwound.
Il suono, sia con entrambi i pickup attivati che con un solo pickup attivo, risulta essere chiaro ma risente del classico hum dei single coil. Per alcuni può essere molto fastidioso mentre per altri è un valore aggiunto.
Un po’ più problematico è, tuttavia, il ponte. Seppur solido e di ottima fattura, non dà la possibilità di regolare in altezza le singole sellette. Questo può essere un problema in quanto le corde non seguono i radius della tastiera.
Sempre nel ponte sono presenti due rotelle di regolazione che permettono di sollevare una spugna che a contatto delle corde crea l’effetto palm mute. L’effetto è migliore nel caso in cui si usino le corde flatwound.
In conclusione, il Rickenbacker 4003 è un basso che risulta in alcuni casi poco versatile e forse non per tutti, ma in ogni caso incredibilmente valido nella struttura e nei componenti e con un sound profondo che farebbe innamorare chiunque. Un pezzo unico della storia del basso.
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